Non c'è nulla, davvero nulla, che non si possa sistemare con un guacamole fresco,

alcuni pezzi di Halloumi grigliato e una fetta di red velvet.

 

 

HO CONOSCIUTO IL DOLORE

si, posso dirlo senza dubbio, il mio lavoro e la mia vita mi hanno portato a conoscere il dolore, la sofferenza,

la perdita e il vuoto. Nel corso della mia esistenza ho perso per la strada molti affetti cari, primi in ordine

cronologico, i miei nonni, appartengo ad una generazione che è cresciuta più con i nonni che con i genitori.

Un ricordo su tutti, i mesi estivi al mare con loro e i miei genitori, rimasti in città per il lavoro, che “scendevano”

solo nel week end. Mio nonno se n'è andato che io ero ancora giovane, poco più che un ragazzino, ma ricordo

bene la sua presenza, il suo giocare con me, i suoi consigli, la sua pazienza, la sua sicurezza e la sua forza che

arrivava direttamente dall'aver fatto la guerra, era una roccia ai miei occhi sembrava davvero infinito.

Mia nonna è rimasta qui molto più a lungo, ero già adulto quando ha lasciato questa vita però i suoi consigli,

le sue parole, i suoi sorrisi e, soprattutto, il modo in cui mi guardava e dal quale traspariva un'ammirazione

infinita nei miei confronti che nemmeno pensavo di meritare, in fin dei conti ero sempre stato un ragazzino un

po' ribelle e fuori dalle righe. Ricordo il dolore infinito quando ho visto quel letto vuoto e ho capito che era partita

per il lungo viaggio di cui parlava da tempo, lasciando qui i suoi dolori e il suo fiato che era sempre più corto.

Le sue ultime parole rimarranno custodite nella mia memoria per sempre come una sorta di testamento.Ho lasciato

lungo il corso della vita, per una malattia maledetta, la mia amata sorella Silvana, che era molto di più che "solo una sorella",

era una risorsa, un'amica, una consigliera, una presenza costante che ha lasciato un dolore e un vuoto insanabile

in tutti coloro che le volevano bene. Nel corso del tempo ho visto il dolore, la disperazione e il senso di vuoto negli

occhi dei parenti dei pazienti che non ce l'avevano fatta e di chi riceveva notizie devastanti. Ho raccolto le ultime

parole di chi sapeva che non ce l'avrebbe fattaHo visto lo sguardo disperato, oramai senza vita, di un padre che,

in una notte di fine estate, ha deciso che voleva portare con lui il figlioletto di otto anni pensando che un colpo di

pistola fosse l'unica via oltre la disperazione.Posso dire di essere andato in giro in questa vita tenendo per mano

il dolore e la disperazione davvero tante volte, forse troppe anche per chi pensa di essere un “duro” che può farsi

“scivolare” tutto addosso. Ma quale distacco, ogni volta una cicatrice in più. In tempi molto recenti ho visto la sofferenza

e la disperazione di una madre, coricata al fianco del figlio deceduto in un locale pubblico, battere forte sul petto e

urlare “svegliati”. Chissà quante volte quella madre, nella vita, aveva detto al figlio “svegliati” ed ora era li, impotente

a guardare quella scena devastata dagli eventi a maledire tutto e tutti. Aveva sentito il cuore di quel figlio battere per

la prima volta dentro di lei e ora lo vedeva li, immobile, freddo, grigio.... Le ho dato un abbraccio, trattenendo a stento

le lacrime perchè, comunque, al dolore non ci si rassegna mai anche quando diventa compagno di viaggio. Negli ultimi

mesi ho conosciuto un dolore ancora più grande, quello che mai pensavo che avrei dovuto affrontare, una nuova

difficilissima prova, questa volta non legato al fato o alla malattia ma alla umana cattiveria, al desiderio di rivalsa e,

in un certo senso all'ignoranza e alla falsità. Manchi come l'aria piccola Libera, ma stai tranquilla, non ti lascio.

Devo dire che questo è un dolore ancora peggiore, ancora più triste, un vuoto ancora più incolmabile. Non posso

non pensare a tutto quello che ho perso e sto perdendo con la convinzione che, alcune volte, amore, impegno,

dedizione e convinzione possono non bastare. L'ho conosciuto in tutte le sue forme, il dolore, ma ancora oggi non

mi arrendo a lui, non può vincere, asciugo le lacrime e penso che dopo tutto, deve esistere qualcosa di positivo per

cui guardare oltre con ottimismo.

(01 giugno 2024)