ELPHISTONE REEF  - MAR ROSSO - EGITTO

25°18'29" N  34°51'27" E

MARE LOCALIZZAZIONE PROFONDITA' DIFFICOLTA' INTERESSE BIOLOGICO

MAR ROSSO

11 NM N-NW DI MARSA ALAM

 3 - 62 Mt.

IMPEGNATIVA

ELEVATO

CORRENTE VISIBILITA' PERICOLI LOCALIZZAZIONE INTERESSE FOTOGRAFICO
 FORTE  BUONA, TALVOLTA OTTIMA

CORRENTE

FACILE

ELEVATO

La notte sta per finire al villaggio di Marsa Shagra, un agglomerato di bungalows e tende nelle quali abbiamo passato la notte. E mentre l'alba inizia a farsi vedere sul mare ci prepariamo: siamo in 6, due italiani, due francesi e due americani oltra alla guida. Ieri sera siamo stati chiari, vogliamo vedere l'arco e la pietra. La guida inizialmente aveva detto di no: "qui in egitto non si può andare più profondi di 30 metri", aveva detto però poi, alleggerito da un paio di birre e un buon bicchiere di rosso, aveva accettato di portarci all'arco, parte sud del reef.

Sono le 6,30 il sole è già sorto e la barca veloce scivola sul mare lievemente increspato a percorrere le 6 miglia che ci separano da Elphistone. L'emozione è forte, abbiamo tutti le bombole da 15 litri in acciaio (la prima volta in Egitto) e abbiamo tutti con noi il sogno di "vedere" la pietra che ha dato il nome al reef.

Dopo venti minuti di salti sulle onde, il ruggito dei due motori da 220 cavalli si quieta e tutti iniziamo ad indossare l'attrezzatura. Cinque minuti più tardi siamo già in acqua, in realtà il reef lo intravediamo solo  sotto la superficie un centinaio di metri più a nord, sotto di noi solo il blu. Iniziamo la discesa, subito solo il blu, dopo una decina di metri intravediamo il reef, continuiamo a scendere fino a quando arriviamo su un pianoro a -36 metri, un occhiata nel blu ed ecco la prima sorpresa, in mezzo a tantissimi pesci di barriera ecco spuntare 5 squali martello e due squali grigi. Sono passati solo 5 minuti, incontriamo anche due pinna bianca, l'atmosfera è surreale, un pò per la quantità di fauna, un pò per l'azoto che intimorisce e annebbia un pò. La corrente si percepisce appena, non è fastidiosa, arriva da noi ma è lo stesso reef che ci fa da protezione. La guida si sposta sul lato est del reef dove il paretone sembra scendere senza fine, si gira verso di noi, ci chiede se tutto è ok, alla nostra risposta affermativa inizia a scendere ancora, siamo a -45, pochi metri ed ecco che sulla parete est si apre un arco enorme che "oltrepassa" il reef fino alla parete ovest. La profondità nel punto più alto dell'arco e -56, passo per primo cercando di non scendere troppo, l'arco è grande, non da mai l'impressione di essere in una grotta, la luce dall'altra parte indica chiaramente la direzione. Mentre pinneggio per passare la guida mi chiama e mi mostra la "pietra", circa sei o sette metri al di sotto del soffitto del'arco c'è una pietra, a forma di cubo un pò schiacciato con un lato di circa 2 metri, appoggiata alla base dell'arco. La forma è davvero molto regolare per cui si stenta a credere che sia opera della natura (la leggenda dice che sia la tomba del capo degli elfi), di certo è una visione spettacolare, scatto una foto dall'alto e poi continuo verso la parete ovest, il mio computer segna -61. Appena fuori sulla parete ovest riguadagnamo abbastanza velocemente quote meno impegantive passando in mezzo a branchi di pesci e carangidi mentre le gorgonie, viziate dalla corrente sono davvero gigantesche.

Risaliamo a questo punto seguendo il profilo del reef ed incontriamo di nuovo due squali martello e i due grigi di prima che ci girano intorno un pò incuriositi, quasi a fare da modelli per le fotografie. Durante la fase di risalita costeggiamo un pianoro ricco di alcionarie e di gorgonie , che offrono riparo ad una moltitudine di pesci di barriera e branchi di carangidi e lutianidi.

Siamo adesso a -12 metri, fuori dal pericolo della narcosi impostiamo un rateo di salita lento per scaricare più azoto possibile e per cercare di guadadgnare qualche minuto di deco, il mio computer (SUUNTO Mosquito), me ne suggerisce 8 a -5.

La fortuna ci  assisiste ancora con la visione di un grosso napoleone ed una bella tartaruga che incuranti di noi, gironzolano li intorno. La barriera qui tra i dieci metri e la superficie è una vera esplosione di colori e vita, l'unico problema sono le onde che si fanno un pò sentire e quindi il tempo passato qui ricorda un pò l'effetto "lavatrice".

La deco non è un problema, siamo già a - 5 da 10 minuti, ma non è possibile smettere di guardare lo spettacolo, ogni anfratto una sopresa, il colpo d'occhio è davvero importante, l'impressione di essere in un acquario si sente qui più che in ogni altro posto.

Nonostante il tempo richiesto dai computers sia già passato la nostra guida ci fa rimanere a - 5 ancora per qualche minuto per sicurezza, scelta indovinata perchè sentiamo il suo richiamo e ci indica il blu, incredibile, due delfini uno grande e uno piccolo ci passano vicinissimi guardandoci con curiosità.

Risaliamo lentamente e riguadagnamo la superficie 38 minuti dopo l'inizio dell'immersione, il sole dell'egitto è caldissimo e fatichiamo a tenere gli occhi aperti, sentiamo un rumore, è la barca veloce che ci viene a riprendere. Mentre saltiamo sulle onde per tornare a Marsa Shagra, nella mente il ricordo di quanto appena visto che, davvero, resterà per sempre.