KOH TACHAI PLATEAU - MAR DELLE ANDAMANE - THAILANDIA

9°03'29" N  97°48'42" E

MARE LOCALIZZAZIONE PROFONDITA' DIFFICOLTA' INTERESSE BIOLOGICO

MAR DELLE ANDAMANE

37 NM. NORD DELLE ISOLE SIMILAN

 38 Mt.

IMPEGNATIVA

ELEVATO

CORRENTE VISIBILITA' PERICOLI LOCALIZZAZIONE INTERESSE FOTOGRAFICO
 FORTE O  MOLTO FORTE DISCRETA, TALVOLTA BUONA

CORRENTE

MEDIA

ELEVATO

Koh Tachai, quasi un regalo che la natura ha voluto fare a questo splendido mare delle Andamane. Una piccola isola lunga due chilometri e larga uno appoggiata come d'incanto tra l'arcipelago delle Similan e quello delle Surin, 40 miglia al largo della costa Thailandese. Palme da cocco, vegetazione tropicale e una lunghissima e deserta spiaggia di sabbia fine che si continua in un mare azzurrissimo con una barriera corallina quasi intatta. Sull'isola solo alcuni edifici in legno disabitati o saltuariamente occupati da pescatori nel periodo in cui i monsoni non rendono la zona inaccessibile.

L'immersione sul plateau anche detto "twin peaks" è una di quelle che non si dimenticano facilmente, le forti correnti che colpiscono la zona, la ricchezza di plancton e la grande presenza di pesce di barriera rende la zona "appetibile" per i grandi pelagici, Squali, Mante giganti e lo squalo balena non sono così rari da queste parti.

La grande barca su cui abbiamo passato la notte è già ancorata alla boa, il tour leader ci sveglia alle 6,30 per la colazione leggera e, nel mentre, ci "somministra" il briefing. L'elenco delle cose che potremmo vedere è interminabile, sembra più l'indice di un libro di biologia e ci lascia perplessi e curiosi. Anche questa corrente che già si intuisce guardando la boa a cui è ancorata la barca mette un pò di ansia...... vabbè vedremo.

Ore 7,10, siamo già in acqua, la corrente in superficie è "importante", meglio non perdere tempo, giù attaccati alla cima per non correre il rischio di perdere la cima e insieme l'immersione. A -18 la corrente è anche più forte, l'unico modo per muoversi è restare protetti dai grandi bastioni di granito che caratterizzano questo sito di immersione. Iniziamo l'immersione verso la parte est del plateau scendendo fino a -28 metri, sul fondale sabbioso due LEOPARD SHARKS si riposano coccolati dalla corrente e si lasciano avvicinare senza problemi dai subacquei che si sbizzarriscono in foto di vario genere. Uno dei due, disturbato da tanto clamore, si solleva elegantemente dal fondo e si allontana lentamente facendo prima un paio di giretti intorno al gruppo di subacquei.

Passiamo rapidamente verso la parte nord del plateux, qui rimanere vicino al fondo è un obbligo per evitare di contrastare troppo la corrente e rischiare l'affanno. Tutto intorno è un continuo sussegguirsi di carangidi e tonni che cacciano velocissimi tra i bastioni seminando il panico tra le migliaia di pesci presenti. Un occhio verso l'alto ed ecco un branco di barracuda che disegna cerchi nello sfondo azzurro della superficie. Mentre percorriamo la parte ovest del plateau, spinti dalla corrente, due squali pinna bianca ci passano vicino più incuriositi che intimoriti, non siamo buone prede per loro, e continuano la ronda.

Dopo 20 minuti il primo giro del plateau, quello profondo, è terminato, inziamo il giro a profondità meno importanti per evitare di consumare troppo perchè la corrente ha fatto scendere un pò i valori dei nostri manometri. Guadagnamo di nuovo la parete est, ancora una volta protetti dai bastioni ed incontriamo una tartaruga che nuota contro corrente per nulla affaticata. Mentre ci perdiamo in alcune foto io e la mia "dive buddy" ci separiamo dal resto del gruppo. A -15 troviamo un raro esemplare di FLOWER URCHIN, un tipo di riccio marino molto velenoso che si becca la sua dose di fotografie. Sempre seguendo i vari canaloni disegnati dai bastioni di granito ci troviamo a -15 sulla parte all'estremo sud sud, cerchiamo di riguadagnare un pò di terreno ma la corrente si è fatta davvero fortissima, i computer e i manometri non ci permettono di scendere per cercare protezione e così, dopo un minuto di attesa, decidiamo di lasciarci andare trasportati dalla corrente preparandoci ad una risalità nel blu. Solo a questo punto ci rendiamo conto della forza di questa corrente, il fondale ad una ventina di metri sotto di noi ci passa davanti velocissimi mentre noi, lasciandoci trasportare, risaliamo lentamente. Dopo dieci minuti di "volo" il fondo non si vede più, siamo solo noi e il blu, saltuariamente incontriamo alcuni carangidi. Siamo a -8, inizio a tirare fuori il segnalatore di superficie che permetterà alla barca di vederci e di recuperarci una volta riemersi, incrocio lo sguardo della mai "dive buddy" che sembra chiedermi che cosa stiamo facendo li, un misto tra il preoccupato e il deluso per quei dieci minuti di blu. Le sorprese però arrivano quando meno te le aspetti, mentre cerco di spiegare che con quella corrente nen si poteva fare diversamente, ecco comparire alle sue spalle una MANTA GIGANTESCA, si proprio li, nel blu, nel nulla. Piccolo momento di stupore e scattiamo un pò di foto, mentre la manta invece di andarsene rimane a girare intorno a noi facendosi accarezzare dalle nostre bolle....... il tempo vola, contrariamente a quento previsto restiamo in acqau in sua compagnia per 10 lunghi minuti, fino a chè il buon senso e i 10 bar rimasti nella bombola non ci convincono che è ora di uscire dall'acqua, abbiamo già fatto i tre minuti e anche più, sparo fuori il segnalatore e riemergiamo a circa 1 miglio dalla barca che, con calma, ci viene a recuperare. L'attesa è colma di gioia, l'acqau a 30 gradi non ci disturba e il sole ci culla mentre ancora abbiamo in mente le immagini di quello che abbiamo visto..... davvero un'esperienza indimenticabile.

Risaliti sulla barca scopriamo con piacere di essere i soli del gruppo ad aver visto la manta.... le foto ci confermano che non è stato un sogno.

Arrivederci Koh Tachai, perla delle Andamane.